Liliana Segre nasce il 10 settembre 1930 a Milano, in una famiglia ebraica. Cresce con il padre Alberto e i nonni. La sua vita cambia drasticamente con l'emanazione delle leggi razziali fasciste del 1938, che la espellono dalla scuola e segnano l'inizio di gravi persecuzioni per la sua famiglia.
- L'Olocausto e Auschwitz
- Il Dopoguerra e la Vita Privata
- L'Impegno per la Memoria e l'Attivismo
- Nomina a Senatrice a Vita
- Riconoscimenti e Onorificenze
- Impegni Recenti
- L'Olocausto e Auschwitz
- Il Dopoguerra e la Vita Privata
- L'Impegno per la Memoria e l'Attivismo
- Riconoscimenti e Onorificenze
- Impegni Recenti
L'Olocausto e Auschwitz
Liliana Segre visse un'infanzia normale fino alla promulgazione delle leggi razziali fasciste del 1938, che la espulsero da scuola e la costrinsero a vivere in clandestinità con il padre. Nel dicembre 1943, a soli 13 anni, tentò di fuggire in Svizzera, ma venne arrestata al confine e trasferita alla prigione di San Vittore a Milano.
Il 30 gennaio 1944, Liliana venne deportata dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Dopo un viaggio di sette giorni in condizioni disumane, arrivò al campo e ricevette il numero di matricola 75190, tatuato sull'avambraccio. A 13 anni, fu costretta a lavorare in una fabbrica di munizioni all'interno del campo, dove subì fame, umiliazioni e violenze indicibili.
Ad Auschwitz, la vita era un inferno quotidiano. Liliana descrive come la separazione dal padre, che fu mandato in un'altra sezione del campo, fu uno dei momenti più strazianti della sua esperienza. I prigionieri erano costretti a vivere in condizioni igieniche terribili, con pochissimo cibo e costanti percosse da parte delle guardie.
Nel gennaio 1945, con l'avvicinarsi delle truppe sovietiche, i nazisti evacuarono il campo e costrinsero i prigionieri a una marcia della morte verso altri campi. Liliana fu trasferita a Malchow, un sottocampo di Ravensbrück, dove rimase fino alla liberazione da parte delle truppe alleate il 1º maggio 1945.
Dei 776 bambini italiani deportati ad Auschwitz, solo 25 sopravvissero, tra cui Liliana Segre. Dopo la liberazione, tornò in Italia, dove visse inizialmente con gli zii e poi con i nonni materni. Per molti anni, Liliana non parlò della sua esperienza, ma dagli anni '90 ha iniziato a testimoniare pubblicamente, diventando una voce fondamentale per la memoria della Shoah.
Il Dopoguerra e la Vita Privata
Dopo la liberazione dal campo di concentramento di Auschwitz nel 1945, Liliana Segre tornò in Italia, a Milano, dove dovette affrontare la perdita devastante della sua famiglia, inclusi suo padre Alberto Segre, morto durante una delle marce della morte. Orfana e sopravvissuta, Liliana iniziò a ricostruire la sua vita con grande forza di volontà. Fu accolta dai nonni materni e iniziò a frequentare il liceo classico Manzoni di Milano. Nonostante le difficoltà e l'indifferenza dei suoi compagni di scuola, che spesso ignoravano o minimizzavano le sue esperienze nei campi di concentramento, riuscì a diplomarsi.
Nel 1951, Liliana sposò Alfredo Belli Paci, un avvocato ebreo, con cui costruì una solida vita familiare. Dal loro matrimonio nacquero tre figli: Alberto, Luciano e Federica. Liliana dedicò gran parte della sua vita alla famiglia, trovando in essa un rifugio sicuro e una fonte di conforto dopo le tragedie vissute durante la guerra. Per molti anni, Liliana mantenne il silenzio sulla sua esperienza nei campi di concentramento, trovando difficile condividere gli orrori vissuti.
Solo negli anni '90, spinta dall'importanza della memoria storica e dalla necessità di testimoniare per le nuove generazioni, Liliana iniziò a parlare pubblicamente delle sue esperienze. Divenne una delle voci più autorevoli sulla Shoah in Italia, partecipando a conferenze, incontri nelle scuole e eventi pubblici per mantenere viva la memoria di ciò che era accaduto e per combattere l'antisemitismo e ogni forma di discriminazione.
L'Impegno per la Memoria e l'Attivismo
Liliana Segre ha dedicato gran parte della sua vita ad educare le giovani generazioni sulle atrocità dell'Olocausto e a combattere l'antisemitismo e ogni forma di discriminazione. Dopo decenni di silenzio, ha deciso di condividere pubblicamente le sue esperienze durante l'Olocausto, spingendo per una memoria storica viva e educativa.
Attraverso visite a scuole e istituzioni educative in tutta Italia, Liliana ha raccontato con intensità e onestà le sue esperienze a Auschwitz e in altri campi di concentramento nazisti. Il suo obiettivo è stato sensibilizzare i giovani sul pericolo dell'odio razziale e della discriminazione, incoraggiandoli a essere attivi nella promozione della tolleranza e della diversità.
Oltre all'impegno educativo, Liliana ha assunto un ruolo di rilievo nei dibattiti nazionali e internazionali contro l'antisemitismo e ogni forma di intolleranza. La sua voce, forte e autorevole, ha contribuito a rafforzare la consapevolezza pubblica sui pericoli dell'odio etnico e religioso, promuovendo un impegno civico che ha oltrepassato i confini nazionali.
Uno dei momenti salienti della sua carriera è stato il commovente discorso al Parlamento Europeo nel 2020, in occasione del 75º anniversario della liberazione di Auschwitz. Il suo intervento ha ricevuto una standing ovation, evidenziando l'importanza universale del suo messaggio di memoria storica, umanità e impegno per un futuro senza discriminazioni.
Liliana Segre rimane una figura di grande ispirazione per la sua dedizione alla memoria storica e per la sua incrollabile volontà di promuovere un mondo più giusto e compassato. Il suo impegno continua a influenzare positivamente le generazioni presenti e future, lasciando un'eredità di speranza e di impegno civico che risuona a livello globale.
Nomina a Senatrice a Vita
Nel 2018, Liliana Segre è stata nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, un riconoscimento straordinario per il suo impegno senza compromessi nella promozione della memoria storica e nella difesa dei diritti umani. Questa nomina è stata il culmine di una vita dedicata alla testimonianza e alla lotta contro l'antisemitismo e ogni forma di discriminazione. Il suo percorso verso questa onorificenza è stato segnato da una storia di sopravvivenza e resilienza, iniziata durante gli anni oscuri dell'Olocausto.
Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e a Malchow, dove fu deportata dopo la liberazione di Auschwitz, ha portato avanti il suo impegno per la memoria storica con determinazione e coraggio. La sua nomina a Senatrice a vita ha dato una nuova visibilità al suo lavoro, consentendole di influenzare direttamente la politica e la società italiana nella promozione dei valori di tolleranza, pace e uguaglianza.
Come Senatrice a vita, Liliana Segre ha continuato a essere una voce autorevole nel dibattito pubblico italiano e internazionale. Ha utilizzato la sua posizione per promuovere iniziative legislative volte a combattere il razzismo, l'antisemitismo e l'odio in tutte le sue forme. In particolare, ha proposto l'istituzione di una Commissione parlamentare per il controllo del razzismo e dell'antisemitismo, un passo significativo verso la costruzione di una società più inclusiva e rispettosa dei diritti umani.
Questa nomina non ha solo riconosciuto il coraggio e la perseveranza di Liliana Segre nel sopravvivere agli orrori dell'Olocausto, ma ha anche celebrato il suo impegno costante nel trasformare il dolore personale in un'opportunità di educazione e cambiamento sociale. Il suo lavoro continua a ispirare e a educare, rimanendo un faro di speranza e di impegno civico per le generazioni presenti e future.
Riconoscimenti e Onorificenze
Liliana Segre è stata insignita di numerosi riconoscimenti e onorificenze, che testimoniano il valore del suo impegno nella promozione della memoria storica, dei diritti umani e della lotta contro l'antisemitismo. La sua attività instancabile e il suo coraggio nel condividere la sua testimonianza hanno lasciato un'impronta indelebile nella società italiana e internazionale.
Tra i riconoscimenti più significativi, nel 2018, Liliana Segre è stata nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, per i suoi altissimi meriti nel campo sociale e per il suo contributo alla memoria storica e alla difesa dei diritti umani. Questa nomina ha amplificato la sua voce e le ha permesso di influenzare direttamente le politiche nazionali, contribuendo alla creazione di una Commissione parlamentare per il controllo sul razzismo, l'antisemitismo e l'incitamento all'odio e alla violenza.
Liliana Segre ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti per il suo impegno, tra cui lauree honoris causa da prestigiose università italiane. Tra questi, spiccano:
- Università di Trieste
- Università di Verona
- Università LUMSA
- Università di Pisa
- Università La Sapienza di Roma
Oltre alle lauree honoris causa, Liliana Segre è stata premiata con:
- Premio per la Pace (varie istituzioni e organizzazioni)
- Medaglia d'oro al merito civile per il suo contributo alla lotta contro l'odio e la discriminazione
- Premio Nazionale per la Cultura della Legalità
Il suo impegno è stato riconosciuto anche a livello internazionale, con la conferma della sua posizione come testimone instancabile dell'Olocausto, contribuendo a mantenere viva la memoria delle vittime e a educare le future generazioni sui pericoli dell'odio e della discriminazione.
Elenco completo dei riconoscimenti e delle onorificenze:
- Nomina a Senatrice a vita (2018)
- Laurea honoris causa dall'Università di Trieste
- Laurea honoris causa dall'Università di Verona
- Laurea honoris causa dall'Università LUMSA
- Laurea honoris causa dall'Università di Pisa
- Laurea honoris causa dall'Università La Sapienza di Roma
- Medaglia d'oro al merito civile
- Premio Nazionale per la Cultura della Legalità
- Premio per la Pace (diverse istituzioni e organizzazioni)
- Numerosi premi e riconoscimenti per la sua attività civile e culturale, sia in Italia che all'estero.
Questi riconoscimenti testimoniano non solo la sua resilienza e il suo coraggio, ma anche l'importanza del suo lavoro nel promuovere valori fondamentali di giustizia, memoria e rispetto per i diritti umani.
Impegni Recenti
Negli ultimi anni, Liliana Segre ha continuato a essere una figura di riferimento nella lotta contro l'odio e la discriminazione. Nonostante le minacce e le difficoltà incontrate, ha mantenuto saldo il suo impegno nel diffondere la memoria storica dell'Olocausto e promuovere valori di tolleranza e uguaglianza.
Uno degli impegni più significativi è stato il suo discorso emozionante al Parlamento Europeo nel 2020, in occasione del 75º anniversario della liberazione di Auschwitz. Durante questo intervento, Liliana ha ribadito l'importanza di ricordare le atrocità del passato per garantire un futuro libero da odio e intolleranza. Il suo discorso ha ricevuto una standing ovation, evidenziando l'impatto profondo del suo messaggio di pace e di memoria.
Oltre alle sue apparizioni pubbliche e ai discorsi, Liliana Segre ha continuato a partecipare attivamente a conferenze nazionali e internazionali, dove ha condiviso la sua testimonianza personale e ha sostenuto la necessità di educare le giovani generazioni sui pericoli dell'antisemitismo e delle altre forme di discriminazione.
Nel contesto politico italiano, Liliana ha continuato a sostenere l'istituzione di misure legislative contro il razzismo e l'antisemitismo. Ha promosso iniziative volte a rafforzare la legislazione esistente e a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle implicazioni sociali e morali di tali fenomeni.
La sua presenza costante nei media e la sua partecipazione attiva agli eventi culturali e educativi hanno contribuito a mantenere alta l'attenzione sulle sue cause, rafforzando il suo status di leader morale nella lotta per la memoria storica e i diritti umani.
In conclusione, Liliana Segre continua a essere un faro di speranza e di impegno civico, impegnata nel trasmettere il suo messaggio di pace e tolleranza attraverso ogni opportunità che le viene offerta. Il suo lavoro incarna la perseveranza e il potere della testimonianza personale nel plasmare un futuro migliore per le generazioni a venire.
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